Piazza Unità d'Italia
Al suo inizio e fino alla sua “esplosione”, il mondo di Internet ha promesso di dare un volto nuovo all’intera umanità: al suo modo di comunicare, di presentarsi al mondo, di informarsi e farsi conoscere, ma anche al suo modo di decidere, di investire, di governare. Oggi assistiamo a una fase di profonda crisi di tutto questo: la moderna “torre di Babele” un mondo unito in cui tutti parlano la stessa lingua e si sentono allo stesso titolo cittadini sta per crollare, per generare una probabile nuova dispersione dei linguaggi e delle esperienze. Gli scricchiolii del grande edificio sono diversi: non riusciamo più a stare in rete con i nostri corpi e le nostre voci, non sappiamo più chi siamo e cosa pensiamo, non possiamo fidarci di nulla, né compiere un passo verso un nuovo progresso, di cui abbiamo smarrito ogni mappa. Il crollo è inevitabile. Cosa ci attende all’indomani del clamoroso evento? Un mondo connesso, ma forse non più così dipendente, che non conosciamo ancora.
From its inception and until its "explosion", the world of the Internet promised to give a new face to all of humanity: its way of communicating, presenting itself to the world, getting information and making itself known, but also its way to decide, to invest, to govern. Today we are witnessing a phase of deep crisis: the modern "tower of Babel", a united world where everyone speaks the same language is about to collapse and likely generate a new dispersion of languages and experiences. We are no longer able to network with our bodies and our voices, we no longer know who we are and what we think, we cannot trust anything, nor take a step towards new progress, of which we have lost every map. Collapse is inevitable. What awaits us in the aftermath of the sensational event?