Abstract
Sono passati oltre 20 vent’anni dall’annuncio che il Genoma umano era stato completamente sequenziato. Da allora la nostra capacità di analisi del DNA ha subito una notevole accelerazione: tempi e costi si sono ridotti e oggi il sequenziamento non è più soltanto uno strumento di ricerca, ma anche di diagnosi. Accanto all’avanzamento tecnologico, però, è cresciuta anche la complessità nell’interpretazione. Abbiamo ancora una conoscenza parziale del nostro genoma, su quali geni siano responsabili di specifiche malattie e in che misura. Ci sono malattie così rare da non avere neanche un nome, malattie riconducibili a specifiche mutazioni, malattie complesse in cui la genetica è soltanto una delle concause. In questo scenario, come orientarsi di fronte all’offerta sempre maggiore di test genetici? Come e quanto la genetica può essere utilizzata per screening su tutta la popolazione? Quali sono le potenzialità e i limiti attuali?